Oltrepassando l’ingombrante condominio che grava sull’antica tenuta dei Rasino, provenendo da Torino, si entra in Via Ferdinando Salotto, un avvocato che destinò parte del patrimonio ereditato dalla moglie, Giuseppina Bionda, per fondare una borsa di studio in Medicina all’Università e un letto per incurabili presso l’ospedale carignanese (1885). Prima del ‘900, questa strada era detta Via Boatera, dal nome di una famiglia presente ancora nel XVII secolo in città; poi Via della Bealera o dell’Ojtana, a causa del canale che scorreva scoperto lungo le case verso mezzogiorno. La bealera era percorsa da ponticelli che ne rendevano possibile l’attraversamento: uno, detto del Molino, era posto all’incrocio con Via dell’Orologio (oggi via Umberto I°); l’altro, detto Randone, era posto all’altezza di Via della Borgarata (oggi via Braida, in comunicazione con Via Principe). Nel 1760 la via fu sternita con ciottoli di fiume; poi, nel 1885-87, il canale fu coperto con lastroni di pietra e quindi con voltoni in muratura, su progetto dell’ingegner Masoero: pare che l’iniziativa fosse intrapresa a seguito della caduta in acqua di una bambina, per fortuna senza conseguenze. Su questa lunga via, che porta verso Castagnole e Piobesi, troviamo alcuni edifici di un certo interesse storico ed artistico; nel primo tratto conserva edifici del XVIII-XIX secolo di stampo preminentemente rurale. Piccoli portoncini barocchi denunciano l’età di alcune costruzioni. In un piccolo slargo, denominato piazzetta San Giacomo, sorge la cappella di Nostra Signora di Betlemme, detta popolarmente di San Giacomo, piccolo ma significativo gioiello barocco, che risale al tardo ‘600, un tempo cappella padronale della Villa Rasino. All’interno custodisce un affresco raffigurante la Madonna col Bambino (XVI secolo) ritenuto miracoloso, ed antiche manette, che secondo la tradizione serravano i polsi di un innocente e che si aprirono al suo passaggio presso l’edificio sacro. Sulla facciata dell’edificio, vi sono stucchi secenteschi.
Sopra la casa d’angolo, tra la piazzetta e Via Salotto, una piccola edicola conserva una statuetta della Madonna di Oropa, probabile omaggio delle maestranze biellesi del Lanificio, che alloggiavano nelle locande carignanesi fino a metà del XX secolo.
All’angolo tra Via Salotto e Via Braida, sorge Villa Peliti, bella palazzina fatta erigere nel 1885-86 dalla famiglia Peliti su progetto dell’ingegner Masoero. Poco oltre, lungo il canale, vi è la curiosa dépendance della Villa, un tempo utilizzata per mascherare la centrale idroelettrica che azionava la fabbrica di conserve di Federico Peliti, illustre carignanese che fece fortuna in India come pasticcere e fotografo presso i viceré inglesi in India alla fine dell’800. Oggi è adibita a civile abitazione.
Proseguendo sulla via in direzione di Castagnole e Piobesi, a sinistra incontriamo il grosso impianto industriale del Lanificio Bona & Delleani, seconda sede del prestigioso gruppo industriale, che ha chiuso i battenti, dopo una lunga agonia, all’inizio degli anni ’90 del XX secolo. A destra, di fronte al Lanificio abbandonato, l’ingegner Momo progettò per i proprietari del Lanificio il Convitto (1926), grosso edificio dagli interessanti interni, utilizzato per dare alloggio alla manodopera femminile forestiera. Proseguendo ancora, a sinistra, superato il canale, si apre Via Manzoni, dove sono state edificate, dopo la metà del XX secolo, belle villette in vario stile, immerse nel verde.
Chiude Via Salotto la cappella di San Rocco, eretta nel 1598 come ex voto per la fine di una grave pestilenza e riedificata nel 1632 nelle forme attuali. Intitolata al santo protettore contro la peste, la piccola cappella ha un atrio a capanna utilizzato in passato dai pellegrini. Dell’arredo originario, ben poco si è salvato dai furti che si sono ripetuti negli anni. Il quadro con la Madonna tra i Santi Rocco, Sebastiano e Carlo Borromeo, ora è conservato al Museo Civico con la sua splendida cornice secentesca, mentre la interessante raccolta di ex voto (XIX e XX secolo) è custodita fuori delle mani rapaci. All’interno della cappella vi è una copia fotografica della grande pala d’altare: da osservare, al centro del dipinto, una raffigurazione secentesca di Carignano, con il castello e l’antica parrocchiale romanico-gotica. La cappella è posta sul bivio che porta a destra a Piobesi Torinese e a sinistra a Castagnole Piemonte. Dietro l’edificio, sorge la cascina Fornace, che rammenta nel nome il luogo ove furono cotti i mattoni per l’imponente fabbrica della parrocchiale settecentesca.