«In un tempo in cui l’apparenza
sembra detenere un ruolo da protagonista
e quel sembrare viene
facilmente inteso come sinonimo dell’essere,
a nostra salvaguardia è necessario sviluppare uno spirito critico nei confronti
di ció che ci circonda per non rimanere ancora una volta intrappolati negli
inganni di conturbanti sirene della contemporaneità, sempre pronte a intonare
nuovi canti per confondere le nostre coscienze.
Gianni Busso ha intrapreso la sua
esperienza plastica agli inizi degli anni ’80
proponendosi di sollecitare,attraverso l’indagine tridimensionale, il
rapporto tra ció che è percepito dallo sguardo e ció che è svelato al tatto,
dando con la sua opera efficace traduzione alle variegate sfaccettature di
decodificazione del vivere.
Partendo da tali presupposti
l’artista ha veicolato la sua esperienza scultorea per arrivare, dopo più di
trent’anni di attività, a presentarne una copiosa testimonianza nell’antologica
allestita nelle sale del Palazzo del Comune a Carignano. Qui si raccolgono
situazioni scultoree eterogenee,che confluiscono in modo concorde al comune
intento di significato: scoprire ció che è al di là. . ., considerazione
accompagnata dal sagace interrogativo: "sarà poi utile?".
Si palesano così, nella diversa
natura dei materiali scolpiti,emozioni, memorie, un pensiero sospeso, afferrato
nell’attimo stesso in cui un fulmineo balenio ha sferzato la mente
dell’artista. Sapendo abilmente usare la tecnica, lo scultore propone un intrigante
artificio giocando spesso a snaturare l’identità della materia, sino a
sorprendere la mano che l’accarezza quando, sicura di sfiorare le flessibili
scanalature di uno stralcio cartonato, si trova a percorrere il fermo rigore di pieghe perfettamente
modellate nel legno. . . »
(dal
testo di Clizia Orlando)
Gianni
Busso nasce a Moretta (CN) nel 1949. Consegue la maturità artistica e si
diploma in scultura all’Accademia Albertina di Torino con Nino Cassani vincendo
il Premio Uberti come miglior allievo.
Nel 1980 tiene la sua prima personale al Castello Comunale di Vinovo (TO). La seconda personale ha luogo cinque anni dopo, con la rassegna Arti Visive Proposte
di Torino a cura di F. Poli. Nel 1994 a Palazzo Lomellini di Carmagnola tiene
la personale "La scultura come teorema della memoria e del riflesso" con
presentazione di A. Balzola. Nel 1997 tiene una personale alla Galleria Micró
di Torino e nel 1998 un’altra viene organizzata a Palazzo dei Priori di
Volterra; in entrambe viene presentato da F. Fanelli. Fra il ’97 e il ’98
partecipa alla rassegna Misterium Fascinosum et Tremendum a cura di M.
Censi e A. Panzetta, allestita a Palazzo Bricherasio di Torino. Nel 2000
partecipa alla collettiva Vanitas vanitatum et omnia vanitas nei
Chiostri della Basilica di S. Stefano a Bologna. Del 2002 la sua personale a
Moretta (CN) nella Chiesa di S. Rocco a
cura di C. Giudice. Nel 2006 le collettive Le mani nell’anima - Il fare nell’arte, a cura di P.
Mantovani a Palazzo Salmatoris di Cherasco (CN), La forza delle cose,
a cura di Cristina Giudice alla Fortezza del Pensiero all’Isola della
Palmaria (SP) e 20 proposte XX, a cura di G. Curto e G. A. Farinella
alla Sala Bolaffi di Torino. Oltre il centinaio sono le partecipazioni a mostre
in Italia ed all’estero. È stato titolare della cattedra di Tecnologia e uso
del marmo all’Accademia Albertina di Torino, Istituto di cui fu anche
vice-direttore per sei anni.
Orario
mostra: dal lunedì al venerdì dalle 14,30 alle 18
sabato dalle 9
alle 12
domenica 2/12 e
16/12 dalle 16 alle 19
sabato 8/12 e
domenica 9/12 chiuso
Info:
biblioteca@comune.carignano.to.it